
KIN
Erbaluce di Caluso
" Ci sono pianure al profumo di fango ed erba,
ci sono rughe nelle colline fatte di vigne a case antiche,
ci sono le topie ed i mattoni rossi
e so che li c'è ancora il nonno Kin,
da qualche parte in mezzo ai rovi,
con il cane e le cartucce del fucile scariche.
Non bisogna per forza sparare per essere cacciatori
e poi, se si fa troppo rumore,
si sa che non si riesce a sentire e capire
quella madre discreta che è il Canavese.
Bisogna restare lì, seduti su di una pietra,
con il cane e le cartucce scariche,
ed aspettare di bere quelle lacrime al gusto d'oro,
che questa terra ci regala: l'Erbaluce.
Il nonno Kin aveva capito tutto ..... "
Sognavo di produrre un Erbaluce diverso dal solito. Un bianco da invecchiamento. Un vino che sapesse esaltare le caratteristiche del territorio e racchiudesse l'essenza dell'anfiteatro morenico e la forza del ghiacciaio che lo aveva generato. Un vino da assaporare nel tempo e che sapesse sprigionare quei sentori granitici ereditati dalle vette alpine che ne avevano generato il terreno. Un vino dal forte imprinting territoriale, nel quale fosse racchiusa la storia delle sue genti, delle sue tradizioni, di un vitigno antico e che celebrasse gli sforzi di una vita di un vecchio vignaiolo: Domenico Tappero Merlo per tutti KIN. KIN era mio nonno. Un uomo semplice dai grandi ideali, dalla vita scandita dai tempi di vigna e cantina, perché nulla era più importante del suo vino, del suo Erbaluce. Era un artista. La vigna era la sua tela, l’Erbaluce il suo pennello, il sole, la pioggia, il terreno i suoi colori. Ogni anno ci presentava una nuova opera: l’ultimo suo vino. Ho ereditato da lui la passione per la vigna, la cura dei particolari, le pazienti osservazioni, cercando di interpretare al meglio la sua filosofia che si esprimeva con gesti semplici, di antica saggezza ed un profondo rispetto per la natura.
KIN è un vino di grande struttura e longevità, affina per quattro lunghi anni, di cui tre in bottiglia e si esalta col passare del tempo grazie alla sua straordinaria freschezza e sapidità. È ottenuto interamente da uve Erbaluce coltivate a guyot sui sabbiosi terreni dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea, fiero baluardo dell’ultima era glaciale. KIN è uno scrigno olfattivo, da cui si sprigionano delicate sensazioni minerali e intense note di timo, rosmarino, erbe e fiori secchi di montagna. Ogni goccia di KIN contiene l’austera essenza del granitico animo del Monte Bianco, del Monte Rosa, del Cervino, del Gran Paradiso per ricordarci come solo il vino possa essere il rappresentante più autentico di un territorio ed il suo miglior ambasciatore.
KIN deve essere conservato in posizione orizzontale e per assaporarlo al meglio va servito ad una temperatura di 14/15° C avendo cura di aprire la bottiglia almeno un’ora prima del consumo.
Domenico Tappero Merlo
Vignaiolo in Canavese
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